Carlo Morra

Ho incontrato la pittura di Franco Negro da Santena per la prima volta ad una passata edizione di “Saluzzo Arte” e, forse, nel contesto del prestigioso  premio “Matteo Olivero”. Due cose mi colpirono da subito: la scelta di formati tra loro assai diversi e le dimensioni sempre tendenti al grande.
La sua è una pittura dal grande ventaglio tematico e, per realizzare i diversi temi, sceglie tecniche diverse: olio, pastelli, acquarello, tempera. Da ultimo ha scelto anche di esprimersi in forme e stilemi che, in parte, abbandonano l’aspetto esclusivamente figurativo per cercare “altre” soluzioni anche se non saprei bene inquadrarle salvo che pensare alla voglia di esprimersi in assoluta libertà, badando solo all’armonia cromatica.
Quando, tre anni fa, vinse il premio “Olivero” la giuria disse dell’opera che la stessa era” encomiabile per impostazione globale, correttezza anatomica, uso del colore decisamente personale” il tutto per “un figurativismo tradizionale di classica derivazione subalpina ancorchè riportata al contemporaneo ed attuale pittura di osservazione”.
Negro ha saputo costruire un suo percorso che lo rende facilmente riconoscibile tra il gruppo di pittori che abitualmente si incontrano nei concorsi e nelle mostre collettive. Sarà forse perché egli “dipinge perché si diverte a farlo, perché prova gioia, risponde alla sua curiosità…”, come ha scritto Nini Piumatti Cavallera. Forse a cogliere con maggior precisione il significato della sua espressività è stato Angelo Mistrangelo il quale ha detto che la sua è “ … ricerca di un mondo di antiche tradizioni con un naturalismo colto con pennellata immediata, con un colore intenso e impastato di luce”.

Con queste considerazioni credo vada accostata l’espressività di Franco Negro.

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