Lucrezia Pongan

Il pittore Franco Negro, non è alla sua prima esperienza valdostana; abbiamo già avuto modo di ammirare la sua produzione in anni passati; vive e lavora a Santena, in campagna, e dalla campagna respira l’essenza, e la trasmette ai suoi quadri; ed è con meraviglia rinnovata che ci si sofferma dinanzi alle sue grandi tele, dove la natura domina incontrastata, coloristicamente seduttiva, in paesaggi che hanno respiro e grandiosità; una sottile poesia, un’armonia si realizza nelle tele; qui, si apre una radura, illuminata da gialli solari, là una collina rosseggiante di vigne ci fa pensare a come ci siamo disabituati ad ammirare il mondo che ci sta intorno, ed a vederlo nelle sue dimensioni di bellezza e di equilibrio. Così Negro ci porta per mano, lui, che ha fatto della pittura il suo piacere più grande (“Non dipingo in previsione di mostre, ma perché mi piace”), e si vede la sua maestria nella scelta del “punto di vista”, dell’angolo d’osservazione da cui il soggetto può essere ritratto con i massimi vantaggi. Colpisce l’immagine di una donna anziana, di quasi cent’anni, ripresa in tutta la sua intima bellezza, nonostante l’età, una contadina con i suoi abiti da lavoro, con un’espressione di serenità interiore riflessa sul volto. E, se si cerca il romanticismo, ecco un tramonto riflesso nell’acqua di una zona del Po, il “PO morto”, perchè le sue acque sono tranquille, immote, quasi stagnanti, e vi si legge il riflesso perfetto del cielo con le sue luci; poi, ci sono icampi, con il grano giallo in primo piano, oppure la cupa distesa delle colline langarole, quando l’autunno ha già spogliato le vigne, e tutto si gioca su toni di grigio e marrone, terra che torna pian piano nuda, pronta per l’inverno.

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